lunedì 17 settembre 2018

Marianne Charmillot




Quando leggo un romanzo con qualche riferimento biografico mi pare sempre che l’autore abbia saputo abitare il tempo in modo più consapevole di quanto abbia mai fatto io. Provo a volte a prendere spunto per capire come rendere giustizia al mio vissuto, che, per quanto  sia poco eroico non ha niente di banale. Il fatto di aver  messo al mondo cinque splendide persone è già la certezza che la vita cosi come l’ho vissuta ha il suo compimento.
Da bambina mi aveva molto colpito il pensiero che ogni anno senza saperlo celebriamo il giorno della nostra morte e che per i nostri cari quella tal data  sarà importante.
Le date mi hanno sempre affascinato e come i numeri hanno una collocazione  visiva ben precisa nella mia mente. Qualche volta ho tentato di disegnare  numeri e giorni, ma dopo averci lavorato ho sempre trovato che quei grafici non hanno nessuna coerenza con quanto vedo interiormente.
Oggi 17 settembre il primo pensiero al mio risveglio è stato per i  miei figli gemelli che compiono 38 anni. 
Poi ho pensato al piccolo Gabriele che 32 anni fa è andato in cielo e a Marianne che invece ci è andata 15 anni fa. Una data che ha la sua storia!
Ho consultato velocemente Google dove sono riportati parecchi eventi avvenuti il 17 settembre, il più interessante per me è la nascita nel 1907 della Harley-Davidson Motor Company. 
Ho una bella foto di Marianne scattata nel 1971 con in testa il mio casco da moto Cromwell.
Marianne era una ragazzina down di cui mi occupavo quando ero educatrice al castello di Seedorf nel canton Friborgo. Avevo 20 anni e un compito arduo,
dovevo occuparmi durante il loro tempo libero di una trentina di ragazzine, dai 6 ai 14 anni, avendo a disposizione un cortile con tre altalene, una palla e in caso di cattivo tempo un salone con un’acustica terrificante. Ero da sola a curarle ma a mia volta ero curata da una suora che sorvegliava da una finestra il mio impegno. Erano per la maggior parte ragazzine con difficoltà di apprendimento scolastico e con loro era facile organizzare giochi, ronde, teatri. Alcune però erano collocate in istituto a causa di situazioni famigliari terribili dove avevano subìto violenze di ogni genere e  portavano incise nel cuore delle profonde ferite dolorose che anestetizzavano con un comportamento aggressivo e violento che talvolta mi lasciava senza fiato. Non so quante volte avrei voluto buttare la spugna, e probabilmente l’avrei fatto se non ci fosse stata Marianne Charmillot a sostenermi. Ho scoperto il potere consolante e terapeutico di Marianne un giorno in cui due delle ragazze più grandi avevano messo in scena una insurrezione per qualcosa che era successo in classe la mattina. Non osavano ribellarsi all’insegnante che era una suora dal pugno di ferro che non esitava a utilizzare, per cui come spesso succedeva si sfogavano su di me. Mentre cercavo di placare la loro ira, quasi con le lacrime agli occhi, si è  alzata imperiosa la voce di Marianne: “Arretez d’embêter Madame Daniela”.  
Ricordo quel momento come uno spartiacque, tutte ci  siamo girate verso di lei, le ragazzine si sono ammutolite, io ho preso coscienza di come lei, da settimane, seduta sulla sua altalena vegliava su di me. Non ci avevo mai fatto davvero caso fino a quel preciso istante ma da quel giorno andare al lavoro è diventato qualcosa di completamente diverso, non vi andavo più preoccupandomi di cosa avrei trovato e cercando strategie per sopravvivere, da quel giorno andavo sapendo che qualcuno che mi voleva bene mi stava aspettando. 


Ho cercato in internet “Marianne Charmillot Vicques” e ho trovato la fotografia della sua tomba, è l’unico riferimento alla sua persona, per questo oggi sento il bisogno di affidare questo breve ricordo sulla rete, perché ci sia una piccola traccia della vita della mia amata e indimenticabile Marianne.